Le scuole paritarie sono in crisi, e a dirlo sono i numeri.
In meno di due anni infatti in Italia hanno chiuso 415 scuole e la percentuale degli studenti è diminuita del 13% nel 2012.
Fino a poco tempo fa gli iscritti erano più di un milione e ora sono diventati circa 900mila.
Descrive il fenomeno il Corriere della Sera:
“resistono 12.966 scuole paritarie sul territorio italiano, pari a poco più del 33% del totale delle scuole (55 mila) e la parabola in discesa non sembra essere destinata a interrompersi: basta dare una scorsa alle centinaia di licenziamenti collettivi che i sindacati stanno trattando, ai contratti rivisti al ribasso, alle riduzioni di cattedre, per intuirlo. Il calo generalizzato di studenti, dovuto alla denatalità, e la crisi economica, che ha stretto i cordoni delle borse delle famiglie intenzionate a pagare una retta, sono solo una parte della spiegazione”.
Una scuola paritaria è una scuola privata riconosciuta dal Miur, per iscriversi è necessario pagare una retta. Anche i programmi in linea di massima devono rispettare le direttive Miur, c'è più autonomia nel decidere il programma didattico. Il titolo rilasciato dalle paritarie è equiparato a quello delle scuole pubbliche.
Periodicamente queste scuole sono soggette a verifica degli standard e dei requisiti da parte del Miur, in modo da accertarsi che la qualità dell'offerta formativa rimanga elevata.
Spesso le scuole paritarie sono state accusate di elargire diplomi con notevole facilità. A volte è stato così, ma per evitare questo fenomeno il Miur ha deciso di chiudere le scuole che non rispettano gli standard di qualità: recentemente, 47 scuole sono state chiuse.
Quest'anno il fondo per le paritarie era di 500 milioni di euro; secondo alcuni sono troppi i fondi da elargire a questi istituti, anche perché la retta per le famiglie gode anche di detrazioni fiscali.
La media di una retta si aggira sui 6000 euro all'anno. Non sono inclusi in questa soglia istituti iper-esclusivi con rette altissime.
Tanti istituti, soprattutto scuole materne, contribuiscono a coprire la richiesta di questo tipo di istituti in modo abbastanza considerevole, considerato che almeno 560mila bambini in Italia sono ospitati da queste scuole (quasi un terzo).